giovedì 19 aprile 2007

FINANZIERI SENZA FRONTIERE

Romain Zaleski

Romain Zaleski, classe 1933, fa di professione il finanziere. Anzi, raider, autore di clamorose e ricchissime speculazioni in Borsa. Prima Falck, poi Compart-Montedison, infine Edison. Un serie di successi che gli ha fruttato più di un miliardo di euro pronti da spendere. Magari, come scommette la Borsa, nel riassetto azionario del 'Corriere della Sera' o di Telecom Italia.

In effetti Zaleski, un ingegnere minerario di origini polacche, francese per nascita e italiano di adozione, recita da sempre il ruolo dello scalatore di successo. Un duro dall'aria dimessa che non traffica in immobili e come banchiere di riferimento si è scelto Giovanni Bazoli di Banca Intesa. Il finanziere franco-polacco da 20 anni ha messo radici tra Milano e Breno, in Valcamonica. Anche lui, però, come molti altri raider ama la navigazione offshore. Le sue holding sono piazzate in Paesi dal fisco leggero, come il Lussemburgo e l'Olanda. E, a ben guardare, nonostante la fama dello scalatore solitario, anche il gruppo di Zaleski è un affare di famiglia. Meglio, di famiglie.


In cima a tutto c'è la Zygmunt Zaleski stichting, una fondazione con base ad Amsterdam in cui probabilmente confluiscono gli interessi di altri rami della dinastia. In Lussemburgo troviamo una seconda holding, la Argepa. Anche qui il raider non è solo. Pacchetti importanti, complessivamente circa il 40 per cento del capitale, risultano intestati ai due figli Konstantin (Kosty per gli amici) e Wladimir, soprannominato Wlady. Oltre il 20 per cento della finanziaria lussemburghese fa invece capo alla famiglia Tassara, per la precisione a Giuseppe Tassara e a sua moglie Carla Dufour. Sono loro gli eredi di una dinastia di pionieri dell'acciaio partiti da Genova quasi due secoli fa per approdare in Valcamonica. Zaleski comparve all'orizzonte nel 1984 come manager del gruppo. Riuscì a rilanciarlo, salvo poi prenderne il controllo e usarlo come piattaforma per le sue fortunate incursioni in Borsa. Sempre con l'appoggio sostanziale, sotto forma di generosi prestiti, di Banca Intesa.

Argepa invece, nata nel 2000, è diventata la cassaforte societaria che custodisce i pacchetti azionari di controllo delle due aziende italiane: la Carlo Tassara spa e la Società Camuna di partecipazioni. Quest'ultima, è il caso di dirlo, naviga letteralmente nell'oro. Grazie all'Opa lanciata dai francesi di Edf, la scommessa su Edison ha fruttato profitti netti per oltre un miliardo di euro, accantonati come riserve nelle casse della Società Camuna di partecipazioni, che fino a pochi mesi fa si chiamava Carlo Tassara finanziaria.

Ancora non basta. La galassia Zaleski comprende altre due casseforti, questa volta olandesi. Si chiamano Tanagra e Ajanta. Roba di famiglia, perché entrambe sono controllate dalla fondazione Zygmunt Zaleski. Partendo da Amsterdam si arriva fino a Hong Kong. La holding Tanagra, infatti, controlla la finanziaria Blowin, con base nella metropoli cinese. E alla Blowin fa capo una partecipazione del 10 per cento circa nella Everbest century holdings, con sede legale alle Bermuda ma quotata alla Borsa della ex città-Stato britannica in Estremo Oriente. Secondo quanto risulta dai più recenti documenti ufficiali, un altro pacchetto azionario di poco inferiore al 10 per cento farebbe capo direttamente alla famiglia Zaleski. Di che cosa si stratta? La Everbest è una finanziaria che investe nei settori più disparati. Si va dal commercio di abbigliamento fino alle centrali di carbone in Cina. Non è un colosso: gli ultimi dati disponibili riferiscono di attività per poche decine di milioni di euro. Poca cosa, insomma, rispetto alle scalate miliardarie lanciate in Italia da Zaleski, che però, a quanto pare, non ha voluto rinunciare a una puntata nel Far East. Se lo può permettere. Le sue società sparse tra l'Italia, l'Olanda e il Lussemburgo funzionano come un sistema di vasi comunicanti in cui viaggiano centinaia di milioni di euro, tra prestiti e vendite incrociate.

Facciamo un esempio. Nel 2004 la Carlo Tassara spa ha varato un aumento di capitale. Anche la Ajanta partecipa impiegando circa 65 milioni di euro. Quei soldi arrivano dalle casse della Società Camuna di partecipazioni, che a quell'epoca si chiamava ancora Carlo Tassara finanziaria. In pratica la società italiana presta denaro a quella olandese che a sua volta sottoscrive azioni di una terza società italiana, consociata della prima. Un anno dopo, ad agosto del 2005, Ajanta restituisce il prestito ricevuto dalla Carlo Tassara finanziaria. Per i soldi nessun problema. Per l'occasione, infatti, viene varata l'ennesima operazione tutta interna al gruppo. La holding di Amsterdam vende il suo 10,8 per cento della Carlo Tassara finanziaria alla Argepa del Lussemburgo, che sborsa 150 milioni di euro. E a questo punto, grazie al nuovo incasso, la Ajanta può rimborsare il finanziamento ottenuto un anno prima.

Lo stesso copione è andato in scena anche per Tanagra. L'altra holding di Amsterdam, come la sua gemella Ajanta, nel 2004 ha attinto 65 milioni dalle casse della Carlo Tassara finanziaria. Questa volta però il prestito non è stato restituito nel giro di un anno. Anzi, l'estate scorsa Tanagra ha ricevuto un secondo finanziamento all'incirca dello stesso importo. Ancora una volta è toccato alla Carlo Tassara finanziaria aprire i cordoni della borsa. E già che c'era la società italiana ha finanziato a piene mani anche la holding lussemburghese Argepa, che tra il 2004 e il 2005 ha ricevuto circa 250 milioni.


Questa gran girandola è servita a puntellare gli equilibri finanziari in attesa del grande incasso dell'estate scorsa, quando la vendita delle azioni e dei warrant in Edison e in Italenergia bis ha fruttato un mega assegno di quasi 2,4 miliardi di euro. Una somma enorme, che per oltre la metà, circa 1,3 miliardi, è servita a rimborsare i debiti bancari. Il resto rimane in attesa di un impiego. Le partite aperte sono quelle su Rcs e Telecom Italia. Zaleski potrebbe candidarsi ad affiancare i gruppi di controllo in sostituzione dei furbetti Stefano Ricucci (nel 'Corriere della Sera') e Chicco Gnutti (nel gruppo di telecomunicazioni). Nel frattempo il finanziere franco-polacco è entrato nel patto di sindacato che controlla Banca Intesa apportando la sua quota dell'1,59 per cento. Per una volta lo scalatore ha tenuto a freno il suo istinto da raider. L'1 per cento del gruppo creditizio era stato rastrellato in Borsa nel 2004 a un prezzo medio di 3 euro. E adesso le azioni Banca Intesa viaggiano intorno a 4,6 euro. Come dire che la plusvalenza potenziale valeva oltre 100 milioni. Ma Zaleski, pur di dare una mano al suo amico Bazoli, ha rinunciato a un facile guadagno.


Scala e opere di bene

Non solo acciaio e finanza. Gli Zaleski hanno impiegato una parte delle fortune di famiglia anche per sostenere iniziative culturali. La fondazione Zygmunt Zaleski, a cui fanno capo, tra l'altro, anche le holding del gruppo, si trova in prima fila tra i finanziatori della Biblioteca polacca a Parigi, una scelta legata alle origini della dinastia. Sempre nella capitale francese anche la Ecole Normale de Musique riceve un sostanzioso assegno dagli Zaleski, sotto forma di Borsa di studio per studenti meritevoli. E la musica dev'essere una passione di famiglia, se è vero che Helene de Pritwitz, la moglie del finanziere, siede nel consiglio della Fondazione Milano per la Scala. Di recente invece Zaleski ha stretto un accordo con la Fondazione San Paolo di Brescia, tradizionale punto d'incontro della borghesia cattolica della città. Una scelta non proprio casuale se si considerano i legami di Zaleski con il territorio bresciano. Le sue aziende hanno sede nella vicina Valcamonica e la città lombarda è il regno del suo amico Giovanni Bazoli, il presidente di Banca Intesa alfiere della finanza bianca. Le Fondazioni San Paolo e Zygmunt Zaleski hanno raggiunto un'intesa per finanziare insieme "enti, associazioni e scuole di matrice cattolica".

domenica 15 aprile 2007

Tre Vie - Poesia di Umberto Saba

Tre vie


C’è a Trieste una via dove mi specchio

nei lunghi giorni di chiusa tristezza:

si chiama Via del Lazzaretto Vecchio.

Tra case come ospizi antiche uguali,

ha una nota, una sola, d’allegrezza:

il mare in fondo alle sue laterali.

Odorata di droghe e di catrame

dai magazzini desolati a fronte,

fa commercio di reti, di cordame

per le navi: un negozio ha per insegna

una bandiera; nell’interno, volte

contro il passante, che raro le degna

d’uno sguardo, coi volti esangui e proni

sui colori di tutte le nazioni,

le lavoranti scontano la pena

della vita: innocenti prigioniere

cuciono tetre le allegre bandiere.


A Trieste ove son tristezze molte,

e bellezze di cielo e di contrada,

c’è un’erta che si chiama Via del Monte.

Incomincia con una sinagoga,

e termina ad un chiostro; a mezza strada

ha una cappella; indi la nera foga

della vita scoprire puoi da un prato,

e il mare con le navi e il promontorio,

e la folla e le tende del mercato.

Pure, a fianco dell’erta, è un camposanto

abbandonato, ove nessun mortorio

entra, non si sotterra più, per quanto

io mi ricordi: il vecchio cimitero

degli ebrei, così caro al mio pensiero,

se vi penso ai miei vecchi, dopo tanto

penare e mercatare, là sepolti,

simili tutti d’animo e di volti.


Via del Monte è la via dei santi affetti,

ma la via della gioia e dell’amore

è sempre Via Domenico Rossetti.

Questa verde contrada suburbana,

che perde dì per dì del suo colore,

che è sempre più città, meno campagna,

serba il fascino ancora dei suoi belli

anni, delle sue prime ville, sperse,

dei suoi radi filari d’alberelli.

Chi la passeggia in queste ultime sere

d’estate, quando tutte sono aperte

le finestre, e ciascuna è un belvedere,

dove agucchiando o leggendo si aspetta,

pensa che forse qui la sua diletta

rifiorirebbe all’antico piacere

di vivere, di amare lui, lui solo;

e a più rosea salute il suo figliolo.


Umberto Saba

mercoledì 11 aprile 2007

Il ruolo fondamentale dell'INSULINA




In questa immagine compare il ruolo fondamentale dell'INSULINA: è la chiave che apre i siti per l'ingresso del glucosio nella cellula. Una cellula sana ha circa 5000 siti....mentre dopo anni e anni di zucchero.....ecco come cambia.



In questa immagine compare chiaramente il problema: il numero dei siti è drasticamnete ridotto, le cellule si sono stufate di essere bombardate dallo zucchero e chiudono i siti di ingresso. In queso modo:
1) rimane in circolo insulina = fame
2) rimane in circolo zucchero che si trasforma in grasso
3) la cellula non si nutre e hanno vera fame.

Per me se così è, è molto semplice.

lunedì 9 aprile 2007

Il dolce nemico dell'organismo: lo zucchero

Per gli organismi viventi, lo zucchero è un elemento vitale, come l’acqua.

Adeguatamente elaborato lo zucchero è il carburante delle cellule: l’organismo non ne può fare a meno.

Purtroppo o per fortuna, gran parte di quello che mangiamo contiene zucchero o viene rapidamente trasformato in zucchero.

Quali alimenti contengono zucchero ? La risposta è ovvia: tutti quelli dolci e anche molti altri.

Infatti, quello che non tutti sanno, e che anch’io ho scoperto tardi, è che anche molti altri cibi ,pur non contenendo zucchero in maniera apprezzabile, contengono una sostanza che l'organismo trasforma rapidamente in zucchero. Quali alimenti contengono sostanze che vengono trasformate in zucchero?

Tutti quelli che contengono carboidrati, principalmente pane, pasta, patate e riso ( per citare le classi più importanti ).

I carboidrati sono formati dalle stesse sostanze che formano lo zucchero: carbonio ( carbo ) ed idrogeno ( idrato ). Sono in realtà dei zuccheri complessi che il nostro organismo trasforma più o meno rapidamente in zuccheri semplici.

Da un punto di vista energetico, mangiamo per fornire energia al nostro organismo e molto intelligentemente il nostro organismo, se non la utilizza, la accumula sotto forma di grasso.

Il problema fondamentale è che ci alimentiamo in modo scorretto: vale quanto detto e ridetto per la sete. Se sentiamo sete vuol dire che beviamo male, perchè l'apporto di acqua deve essere graduale e costante nel tempo.

Analogamente quando sentiamo fame vuol dire che non ci siamo alimentati a sufficienza. Purtroppo la gola e il momento contingente non sempre ci consentono di alimentarci in modo corretto: prendiamo la prima cosa che ci capita sotto mano e la ingurgitiamo, meglio se è dolce!

Quindi, non solo il grasso che ingeriamo si accumula come grasso, ma soprattutto lo zucchero, che non viene utilizzato, si trasforma in grasso.

Proverò a spiegare quale è il meccanismo psico fisiologico che governa l'alimentazione.

Glicemia questa sconosciuta

In Italia almeno due milioni e mezzo di persone soffrono di diabete, ovvero hanno valori di glucosio nel sangue ( glicemia ) superiori a 126 milligrammi per decilitro.

Il glucosio non viene normalmente prodotto dall'organismo, ma viene introdotto con l'alimentazione.

Molte persone con problemi di glicemia sono definiti diabetici di tipo 2. Tale diabete che compare in età adulta è legato soprattutto alle cattive abitudini alimentari e non provoca alcun disturbo. Nella maggior parte dei casi, viene individuato solo nel corso di un esame medico.

Il diabete diventa così una seria minaccia per la salute, come l’ipertensione ( alta pressione nelle arterie ), altro killer invisibile, con il quale spesso si allea per fare danni.

La malattia è dovutà all'incapacità dell'organismo nel metabolizzare

L’azione del diabete coinvolge negativamente i vasi sanguigni in due modi.
Attaccando le arterie più piccole ed i capillari, microangiopatia.
Attraverso un processo patologico, definito macroangiopatia, che interessa i grandi vasi sanguigni, le arterie coronarie che portano il sangue al cuore e le arterie carotidi che irrorano il cervello.
Il risultato è che il diabete rappresenta un fattore di rischio cardiovascolare fondamentale, insieme all’ipertensione, all’aumento del colesterolo nel sangue, alla carente attività fisica, al sovrappeso e al fumo.


Le funzioni dell’insulina.

L’insulina è un ormone prodotto costantemente dalle cellule beta del pancreas la cui sintesi aumenta quando ingeriamo del cibo, in particolare gli zuccheri puri o contenuti negli alimenti.

Grazie all’insulina il glucosio viene trasformato in glicogeno, uno zucchero di deposito utile nei momenti di maggior richiesta, ad esempio quando fai un’attività fisica intensa.

Qui iniziano i problemi! Il glucosio in eccesso viene tramutato in acidi grassi e in trigliceridi, per creare una riserva di energia.

I muscoli utilizzano il glucosio come fonte di energia.
Il tasso di glucosio nel sangue, utile per le funzioni delle cellule, rimane stabile.

Nel caso in cui la glicemia superi i livelli consentiti, un ormone prodotto dalle stesse cellule pancreatiche, provvede a riportarla a valori normali.


Le due facce del diabete

Esistono due forme di diabete, diverse tra loro sia per la loro origine che per il tipo di terapia che occorre seguire.

Diabete di Tipo 1
è legato ad un’alterazione delle difese immunitarie e presenta una spiccata predisposizione genetica anche se può comparire dopo aver contratto un’infezione virale. In questo tipo di diabete, le cellule difensive dell’organismo, attaccano e distruggono le cellule del pancreas che non producono più insulina. Il corpo deve quindi assumerla dall’esterno. I giovani ed i bambini sono quelli più colpiti da questa forma di diabete.

Attenzione in gravidanza
Esiste una forma di diabete che colpisce esclusivamente le donne durante la gravidanza.
Si chiama diabete gestazionale e si manifesta dopo i primi cinque mesi dal concepimento, specie nelle gestanti di età superiore ai 25 anni in sovrappeso e con parenti diabetici. La patologia tende, per fortuna, a scomparire con il parto grazie all’espulsione della placenta, necessaria durante la gravidanza per nutrire il feto, ma in grado di produrre particolari sostanze omionali che controbattono l’attività dell’insulina. In ogni caso li diabete gestazionale può causare problemi al futuro neonato, sopra Itutto in termini di dimensioni alla nascita. Non bisogna comunque avere paura: basta una dieta attenta, consigliata dal ginecologo, per tenere sotto controllo la glicemia che tende ad alza&

Diabete di Tipo 2

è il diabete dell’età adulta anche se comincia a colpire i giovani in forte sovrappeso, poiché la presenza di ampie fasce di tessuto adiposo ostacola il corretto impiego dell’insulina. In questo caso l’insulina viene prodotta, sia pure se in quantità insufficiente, ma il corpo non riesce ad utilizzarla. Progressivamente questo meccanismo peggiora la situazione, rendendo del tutto inutile l’insulina sintetizzata dal pancreas.

Gioca d’anticipo
L’alimentazione rappresenta, insieme all’attività fisica, un caposaldo nella prevenzione e nella terapia del diabete. Controllare ciò che si mangia, non significa una dieta punitiva, ma semplicemente porre maggior attenzione nella scelta degli alimenti, soprattutto se si è affetti dal diabete di tipo 2.

Nel diabete di tipo 1, invece, è lo specialista a dare precise indicazioni sulla dieta da seguire e sulla quantità di insulina necessaria per tenere sono controllo la malattia.

Le regole da seguire

Ecco alcune regole da seguire per mantenersi in forma:


Riduci le calorie.
Se sei in sovrappeso, decidi con il tuo medico una dieta ipocalorica.
Seleziona i carboidrati.
Preferisci i glucidi a lento assorbimento, come quelli contenuti negli alimenti integrali ( pane, pasta e riso). Riduci invece la frutta, il miele e lo zucchero da cucina, che vengono assorbiti in cinque minuti inducendo uno stress nella produzione di insulina.
Scegli grassi vegetali.
Il diabete, infatti si lega spesso all’aumento di coltesterolo, e comunque tende a far accumulare grassi nel sangue. Preferisci perciò lipidi di origine vegetale, come l’olio extravergine d’oliva, regolandoti nelle quantità,
4. Controlla la pressione arteriosa. Soffrire di diabete e d’ipertensione non solo aumenta il rischio di infarto ma addirittura lo moltiplica. Tieniti perciò sotto osservazione con l’aiuto del tuo medico.
5. Segui un’alimentazione regolare. Rispetta i tre pasti quotidiani e stai attento a non saltarne uno. È una cattiva abitudine che non solo non fa dimagrire ma affatica il pancreas, oltre a falli risdiiare l’ipoglicemia.

Muoverti aiuta
Basta una passeggiata ogni giorno. Muoversi comporta una notevole
Se già soffri di diabete, puoi ridurre quasi del 40% il rischio di morte, camminando due ore la settimana. Lo dice una ricerca dei CDC (Centro per il controllo delle malattie) di Atlanta, condotta per otto anni su circa tremila individui, pubblicata sulla rivista Àrchives ol Internal Medicine.
L’attività fisica è comunque importante anche per chi vuole prevenire la malattia, a patto che sia concordata con il medico e che preveda sport con sforzi poco intensi e prolungati.
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“spesa” di energia e l’attività fisica, se sei diabetico, agisce direttamente sul cibo ingerito.
Qualche esempio?
Se fai dieci minuti di nuoto consumi circa 100 calorie, l’equivalente di un piccolo panino (circa 40 grammi di pane).
Se vai lentamente in bicicletta per lo stesso tempo di minuti il consumo calorico, quindi anche la razione di pane conispondente.
Se corri velocemente, arrivi a consumare, in dieci
minuti, le calorie di un
panino di quasi me’etto.
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Il diabete e il corpo
umano
Piedi
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Il diabete attacca le arterie. . Sistema nervoso
Quest’azione, sommata a quella degli Se la glicemia è molto alta, modifica
altri nemici dei vasi sanguigni come • la sensibilità dei nervi
l’ipertensione e l’ipercolesterolemia, con la comparsa di
comporta gravi complicazioni e danni in percezioni errate.
diverse zone dell’organismo, Lo scarso afflusso di
aumentando così i rischi per la salute, sangue, inoltre, danneggia i reni provocando fortissimi dolori.
Cuore
Il diabetico è a maggior
rischio di mt arto del Il piede del diabetico, a causa dei newi
miocardio, perché la danneggiati, è meno sensibile e il
patologia favorisce lo carente afflusso di sangue, dovuto al
sviluppo di aterosclerosi nelle arterie, restringimento delle arterie, riduce
Per lo stesso motivo cresce il pericolo di l’ossigenazione del piede stesso. Questa
ictus cerebrali. insensibilità comporta una maggiore
facilità a non percepire le ferite
La nefropatia diabetica, cioè la
.
complicazione della che tendono a non rimarginarsi e a provocare infezioni.
___3
malattia a carico dei Occhi
reni, porta ad una Chi soffre di diabete rischia
progressiva riduzione l’alterazione della retina, parte
della capacità dei reni di dell’occhio che recepisce gli
‘ripulire’ il sangue. stimoli visivi, a causa
Le sostanze nocive che dovrebbero della modificazione
essere eliminate rimangono quindi nel dei vasi sanguigni che
sangue stesso, danneggiando • la irrorano. Liperglicemia aumenta
l’organismo. anche il rischio di cataratta.

Controlla la glicemia
Per scoprire se la glicemia è elevata, cioè superiore ai 100 milligrammi per decilitro, basta sottoporsi ad un
semplice esame del sangue, che
rappresenta la misura più efficace per identificare
precocemente la
malattia.
In genere, se si è perfettamente sani, l’esame è consigliabile ogni tre anni. Quando si supera la soglia dei 45 anni, invece, il controllo della glfcemia
andrebbe ripetuto almeno una volta l’anno, soprattutto se si fa parte di un gruppo a rischio. Nel caso, ad esempio di familiari di diabetici, persone in sovrappeso, ipertesi,
elevati grassi e acido urico nel sangue, la glicemia va misurata annualmente, nell’ambito di un check-up necessario per scoprire se esistono altri parametri alterati.
Una volta superata la soglia degli “anta”, la glicemia andrebbe misurata annualmente in tutte le persone.
Oltre al diabete, esistono altri potenzia[ nemici che si alleano tra di loro per minacciare il cuore.

HighTech

Questo post è una piccola provocazione a tutti quelli che hanno cieca fiducia nelle nuove tecnologie.
Tratto dal Libro di Saggezze "Le Maldobrie"

«Miei cari signori, sapete che cosa io vi dirò? Che prima l'omo ha inventato i fulminanti, come sarebbe i svedesi e i solforati, poi ha pensato cola sua mente umana che sarebbe più meglio avere una machineta che no ocore sempre andare a comprare i fulminanti, poi ha fato la machineta che no funzionava causa il pavér, poi la Skoda di Pilsen ha deto bisogna fare una machineta che funzioni sempre e hano fato quele col ciodo imbumbito di spirito che si russa sula pietra focaia di soto. E questa era la perfezione. Perché funzionava sempre ma aveva due difeti: primo, che pesava massa nele scarsele, secondo che si poteva perdere ed era pecà. Alora la mente umana ha pensato che bisogna fare una machineta che si impizzi sempre, che no pesi e che se se la perde no importa gnente perché costa poco. E così l'uomo ha inventato di novo la scatola di fulminanti, miei cari signori»

f.to Comandante Petrànich

Dieta ovvero come Mangiare per Nutrirsi

Apro una discussione trita e ritrita, ma voglio dare una mia opinione!

Invece di parlare di diete vorrei parlare di educazione alimentare. Si mangia per nutrirsi, e purtroppo mangiare in modo corretto è estremamente difficile!

Ma cosa significa "mangiare in modo corretto"?

Innanzitutto quando mangiamo dobbiamo sapere che tutto ciò che mangiamo sono alimenti complessi composti in varie proporzioni da:

- Lipidi o grassi
- Glucidi o zuccheri
- Protidi o proteine

Questi vengono accompagnati da vitamine, minerali e soprattutto acqua.

L'aspetto difficile è riuscire a mantenere un equilibrio nel proprio organismo!

Bisogna comportarsi nello stesso modo in cui ci comportiamo nei confronti dell' acqua: per non avere sete, bisogna bere prima di averla. In tale modo si mantiene un equilibrio corretto!

Mangiare in modo corretto significa non avere mai fame! Per banale che ciò sia, il nostro corpo ha fame per due motivi:
Quando ha mangiato poco e quando ha mangiato troppo!

Sembra incredibile ma è proprio così!

Se mangiamo poco e abbiamo bisogno di energia, il nostro cervello se non trova sufficiente energia a disposizione comanda, tramite la fame, di introdurre del cibo.

Se mangiamo troppo avviene un fenomeno complesso e perverso.
Se mangiamo grasso, questo viene accumulato e quando viene richiesta energia il grasso non è immediatamnete disponibile come energia, e quindi non seve a eliminare la fame.
Se mangiamo proteine queste servono alla costruzione del materiale cellulare e non essendo energia non servono a eliminare la fame.
Se mangiamo carboidrati, per esempio facciamo in particolare

domenica 8 aprile 2007

Che tipo di organizzazione è la Banca d'Italia?

A tutte le persone a cui chiedete genericamente che cosa rappresenta la Banca d'Italia e chi è o chi sono i "suoi proprietari", vi verrà risposto in modo altrettanto generico che il proprietario della Banca d'Italia è lo Stato Italiano.
Così non è, ma la cosa più stupefacente che non si capisce qual'è il suo stato giuridico.
Nello statuto è detto chiaramente che l'organizzazione è simile ad una Società per Azioni, ma non è detto che è una Società per Azioni.
Con una sentenza della Corte di Cassazione è stato ribadito che è un Ente "Pubblico"(?).
Anche se non può essere messa in dubbio una sentenza della Corte, non riesco a capire come può essere un Ente se il maggior "Azionista" è la Banca Intesa San Paolo.

Ecco la composizione dei Soci o Componenti della Banca, ufficialmente nei documenti "Ente" partecipante:

Banca d'Italia "ENTE"
Ente partecipante Numero quote Numero voti
Intesa Sanpaolo S.p.A. 91.035 50
UniCredito Italiano S.p.A. 32.902 50
Banco di Sicilia S.p.A. 19.028 42
Assicurazioni Generali S.p.A. 19.000 42
CR in Bologna S.p.A. 18.602 41
INPS 15.000 34
Capitalia, Società per Azioni 14.282 32

L'aspetto curioso è che i soci di maggioranza delle Assicurazioni Generali S.p.A. sono:

Principali Azionisti 34,08%

  • Gruppo Mediobanca 14,10%
  • Banca d'Italia 4,47%
  • Gruppo Unicredito 3,70%
  • Gruppo Capitalia 2,82% bca roma?
  • Gruppo Premafin 2,42% ligresti
  • Gruppo IntesaSanPaolo 2,30%
  • Gruppo Carlo Tassara 2,27%
  • Gruppo B&D Holding 2,00%
Altri azionisti istituzionali 32,37%
Azionisti Privati 33,55%

E da ultimo i soci di maggioranza di Banca Intesa SanPaolo S.p.A. sono:
1. CREDIT AGRICOLE S.A. 17,84%
2. FONDAZIONE CARIPLO 9,22%
3. GRUPPO GENERALI 7,54%
4. FONDAZIONE CARIPARMA 4,33%
5. GRUPPO "LOMBARDO" 4,79 % di cui fa parte la Carlo Tassara S.p.A.

E' un caso che il proprietario di Banca Intesa sia una Banca Francese? E' un caso Che il presidente delle Generali sia francese?

Questo è il mistero della Trinità...con tutto il rispetto!