lunedì 14 ottobre 2013

Pensioni di Palladio

- in Italia i Pensionati sono 16.500.000 ( sedicimilacinquecentomilioni )
- il 99,2%  pari a 16.400.000 ( sedicimilaquattrocentomilioni)  percepisce una pensione inferiore ai 5.291 euro mensili. 

“Solo” 136.499 pensionati prendono più di 5.291€ mensili. 

E' come se TUTTI gli abitanti ( da 0 a 105 anni ) di città quali Ferrara, Salerno, Sassari, Monza, Latina, Trento, Bergamo, Vicenza, Bolzano, Udine, ecc  percepissero mensilmente tale cifra.

Di questi:
127.000 pensionati prendono tra 5.291 € e 10.000 € al mese per totali 10,7 € Milardi all'anno
8.000 pensionati prendono tra i 10.000 € e i 15.000 € al mese 
1.354 pensionati prendono più di 15.000€ al mese per totali 1,5€ miliardi l’anno.

Quesito: chi mi sa dire a che livello sta il già ministro che ci portò via soldi dal contocorrente, ovvero il dott.prof.ing.suaecellenz. AMATO, braccio sinistro di Bettino Craxi, ultimamente incaricato alla Corte dei Miracoli? Secono voi prende più di 15.000€ / mese??? 
Ma noooo, ne prende "solo" 36.000€ al MESE.

giovedì 3 ottobre 2013

Meno imposte? Non è questo il problema vero. Che bello sarebbe pagare le imposte..... dopo aver incassato !

Il problema non sono le imposte in generale, ma come e quando si pagano. 

L'IRPEF, che è l'imposta sul reddito delle persone, si paga dopo aver percepito il reddito, con alcune eccezioni, dove si paga prima, e questo non è giusto: l'imposta si dovrebbe pagare contestuale al percepimento del reddito, o no? Per alcuni si per altri no.

Nel caso delle imprese, l'imposta è l'IRES. Questa si paga sempre senza tener conto del reale incasso del reddito e non solo, viene pagata un'imposta presunta sul reddito futuro ipotizzato.

Tutto ciò è stabilito da un articolo 2423 bis del codice civile, dove si impone che il bilancio delle aziende deve essere fatto per competenza e non per cassa, ovvero il reddito si ritiene maturato all'emissione di una fattura indipendentemente dal suo incasso o pagamento. Viceversa le imposte si devono pagare per CASSA, ma questo non è scritto nel CC.


Art. 2423 bis. Principi di redazione del bilancio. 
Nella redazione del bilancio devono essere osservati i seguenti principi:
.............
3) si deve tener conto dei proventi e degli oneri di competenza dell'esercizio, indipendentemente dalla data dell'incasso o del pagamento;
..........


Facciamo un esempio estremo per capire, perché se non si è provato sulla propria pelle riesce difficile:

Una azienda riceve ordini per 500.000,00 euro. Per realizzare queste commesse ha costi per 400.000,00 euro. Bene! Benissimo.
L'impresa ha un utile lordo di 100.000,00 euro, un sacco di soldi!!
Calcoliamo le imposte 45.000,00 euro e 20.000,00 euro anticipo = 65.000,00 euro

Utile netto 35.000,00 euro. Bene, se tutto filasse liscio! niente da eccepire, ma.....

Ma c'è un problema. Le 500.000,00 euro non sono stati incassati, i costi ( dipendenti, spese, materiali ) sono stati pagati, e le imposte anche. Quindi l'impresa si trova a -465.000,00 euro, altroché reddito!! Ma com'è possibile? Questo è il problema, eppure è così, e allora si fanno le capriole per sopravvivere, per primo non si pagano i fornitori, e qui inizio il disastro, e poi si va in banca a chiedere anticipi, ecc ecc. Si potrebbe, per compensare, aumentare i ricarichi, ma c'è la concorrenza: non si può si esce dal mercato. 

Ma questi politicini hanno mai gestito un'impresa?

Vanno modificate le regole.  Se l'azienda non gira e il mercato non funziona più, da dove derivano i stipendi? Comunque le imposte si pagano e per cassa! I dipendenti e i loro relativi costi si pagano per cassa!!
Un dipendente deve sapere e capire che il suo stipendio deriva o da un lavoro che viene eseguito o da ricavi su merce che viene venduta, e il denaro dovrebbe provienire dai pagamenti di altre aziende e non dalle tasche dell'imprenditore e men che meno dalle banche. Le Banche dovrebbero limitarsi a finanziare nuovi investimneti, non a finanziare l'impresa per pagare IMPOSTE E ONERI SOCIALI.